Differenze tra le versioni di "Volantino che invita alla mobilitazione in favore dell’obiettore totale Michele Camassa denunciato per insubordinazione"

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Il ciclostilato dà notizia del processo, previsto per il 17 dicembre 1974 al Tribunale militare di Torino, a cui sarebbe stato sottoposto Michele Camassa, obiettore totale.
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Il ciclostilato dà notizia del processo, previsto per il 17 dicembre 1974 al Tribunale militare di Torino, a cui sarebbe stato sottoposto Michele Camassa, obiettore totale, anarchico, per «insubordinazione con ingiurie continuate aggravate contro superiori e ufficiali». Camassa era già stato condannato a sedici mesi di carcere dal Tribunale militare di Verona. In quell'occasione aveva definito i giudici «criminali di guerra» e «burattini» e il tribunale militare «un'istituzione fascista». Assieme a Sergio Gulmini aveva portato avanti uno sciopero della fame ad oltranza perché la denuncia nei confronti dei marescialli Doni e Di Lorenzo per le percosse e i maltrattamenti subiti nel carcere di Peschiera del Garda non era stata presa in considerazione.

Versione delle 11:25, 10 feb 2022


Volantino che invita alla mobilitazione in favore dell’obiettore totale Michele Camassa denunciato per insubordinazione
Fondo/Fascicolo Mir Piemonte, F90
Tags Michele Camassa, Movimento antimilitarista internazionale, Torino
Istituto conservatore Centro Studi Sereno Regis
Anno

1974

Mese dicembre
Numero di pagine 1
Tematiche Obiezione di coscienza al servizio militare, Pace, Obiezione di coscienza
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Il ciclostilato dà notizia del processo, previsto per il 17 dicembre 1974 al Tribunale militare di Torino, a cui sarebbe stato sottoposto Michele Camassa, obiettore totale, anarchico, per «insubordinazione con ingiurie continuate aggravate contro superiori e ufficiali». Camassa era già stato condannato a sedici mesi di carcere dal Tribunale militare di Verona. In quell'occasione aveva definito i giudici «criminali di guerra» e «burattini» e il tribunale militare «un'istituzione fascista». Assieme a Sergio Gulmini aveva portato avanti uno sciopero della fame ad oltranza perché la denuncia nei confronti dei marescialli Doni e Di Lorenzo per le percosse e i maltrattamenti subiti nel carcere di Peschiera del Garda non era stata presa in considerazione.