Differenze tra le versioni di "Circa gli obiettori di coscienza nessuna legge del nostro codice - Ritaglio de «Il Popolo di Roma» 16 gennaio 1952"
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− | Daniele Enriquez sul «Popolo di Roma» riporta i casi di obiezione di coscienza avvenuti in Italia e apre alla fine ad alcune considerazioni sull'eventuale approvazione di una legge. L'articolo contiene diverse formazioni inesatte: Pietro Pinna viene ritenuto erroneamente un testimone di Geova, mentre l'obiettore Sergio Versari diventa Vasari. Il pezzo chiude un ciclo di tre articoli usciti il 12 e il 13 gennaio | + | Daniele Enriquez sul «Popolo di Roma» riporta i casi di obiezione di coscienza avvenuti in Italia e apre alla fine ad alcune considerazioni sull'eventuale approvazione di una legge. L'articolo contiene diverse formazioni inesatte: Pietro Pinna viene ritenuto erroneamente un testimone di Geova, mentre l'obiettore Sergio Versari diventa Vasari. Il pezzo chiude un ciclo di tre articoli usciti il 12 e il 13 gennaio sul medesimo giornale. L'articolo era uscito il giorno precedente, con un altro titolo, sul «Corriere di Napoli», che aveva pubblicato gli stessi tre brani e sarebbe apparso nel marzo sul «Corriere di Trieste». |
Versione delle 19:43, 3 gen 2022
Circa gli obiettori di coscienza nessuna legge del nostro codice - Ritaglio de «Il Popolo di Roma» 16 gennaio 1952 | |||
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Fondo/Fascicolo | Segre Bruno | ||
Tags | Aldo Capitini, Segre Bruno, Daniele Enriquez, Pietro Pinna, Umberto Calosso, «Il Popolo di Roma» | ||
Istituto conservatore | Centro Studi Sereno Regis | ||
Anno |
1952 | ||
Mese | gennaio | ||
Numero di pagine | 1 | ||
Tematiche | Obiezione di coscienza | ||
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Daniele Enriquez sul «Popolo di Roma» riporta i casi di obiezione di coscienza avvenuti in Italia e apre alla fine ad alcune considerazioni sull'eventuale approvazione di una legge. L'articolo contiene diverse formazioni inesatte: Pietro Pinna viene ritenuto erroneamente un testimone di Geova, mentre l'obiettore Sergio Versari diventa Vasari. Il pezzo chiude un ciclo di tre articoli usciti il 12 e il 13 gennaio sul medesimo giornale. L'articolo era uscito il giorno precedente, con un altro titolo, sul «Corriere di Napoli», che aveva pubblicato gli stessi tre brani e sarebbe apparso nel marzo sul «Corriere di Trieste».